21 novembre 2020
C’è un racconto di Henry James, La tigre nella giungla, che parla del mancare la vita. Due persone profondamente innamorate, si frequentano per anni senza dichiararsi mai. Alla fine, quando capiscono, è troppo tardi.
Quanti di noi mancano la vita o mancano il bersaglio perché non comunicano. Quanti di noi mancano la vita o si lanciano nelle imprese con un silenzio ostinato, che non dice, che non si confronta, che non comprende.
L’idea che il mercato sia un campo di battaglia, una lotta incessante tra lucenti armature e prede sonnacchiose, tra nobili casate e plebaglia, tra lucenti vetrine e passanti distratti, è un’idea che non funziona più.
Lo schema progettuale del web marketing ha esasperato la distanza tra vetrina e anonimo acquirente. Consueti sconosciuti. Ma più questo divario si allarga, questo iato si espande, questa voragine si amplia, più qualsiasi cosa realizzo si trasforma in prodotto commerciale, oggetto tra gli oggetti, cosa tra le cose. E scopro che non era questa la mia idea.
Occorre condividere un linguaggio. La mancanza di cultura comune è la voragine buia nella quale il corpo nudo cade, cercando di afferrare un oggetto che non comprende, che sta sulla sponda opposta.
Quanti di noi oggi comprano oggetti di cui non comprendono il linguaggio.
Acquistare senza un linguaggio comune è semplicemente riempirsi la casa di un altro oggetto.
Acquistare per acquistare.
Riempire il carrello di un ecommerce e illudersi di dopamina.
Non si tratta allora di produrre un oggetto e comprare un prodotto, ma di scambiarsi un pezzo di mondo.
Il mondo non è un deposito da cui attingere, né un container da riempire.
Il mondo è la nostra terra.
Questo si chiama coltivare la terra.
MICRO-ARTICOLI IN FIBRA | pillole in fibra di logos | #6 – Manuela Gandini